IL LORO GRIDO È LA MIA VOCE

12.00

Autore: AA. VV.
Editore: FAZI EDITORE
ISBN: 9791259677587
Pubblicazione: 08/04/2025

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COD: 9791259677587 Categoria:

Descrizione

La poesia come atto di resistenza. La forza delle parole come tentativo di salvezza. E? questo il senso piu? profondo delle trentadue poesie di autori palestinesi raccolte in questo volume, in gran parte scritte a Gaza dopo il 7 ottobre 2023, nella tragedia della guerra in Palestina, in condizioni di estrema precarieta?: poco prima di essere uccisi dai bombardamenti, come ultima preghiera o testamento poetico (Abu Nada, Alareer), mentre si e? costretti ad abbandonare la propria casa per fuggire (al-Ghazali), oppure da una tenda, in un campo profughi dove si muore di freddo e di bombe (Elqedra). Come evidenzia lo storico israeliano Ilan Pappe? nella prefazione, «scrivere poesia durante un genocidio dimostra ancora una volta il ruolo cruciale che la poesia svolge nella resistenza e nella resilienza palestinesi. La consapevolezza con cui questi giovani poeti affrontano la possibilita? di morire ogni ora eguaglia la loro umanita?, che rimane intatta anche se circondati da una carneficina e da una distruzione di inimmaginabile portata». Queste poesie, osserva Pappe?, «sono a volte dirette, altre volte metaforiche, estremamente concise o leggermente tortuose, ma e? impossibile non cogliere il grido di protesta per la vita e la rassegnazione alla morte, inscritte in una cartografia disastrosa che Israele ha tracciato sul terreno». «Ma questa raccolta non e? solo un lamento», nota il traduttore Nabil Bey Salameh. «E? un invito a vedere, a sentire, a vivere. Le poesie qui tradotte portano con se? il suono delle strade di Gaza, il fruscio delle foglie che resistono al vento, il pianto dei bambini e il canto degli ulivi. Sono una testimonianza di vita, un atto di amore verso una terra che non smette di sognare la liberta?. In un mondo che spesso preferisce voltare lo sguardo, queste poesie si ergono come fari, illuminando cio? che rimane nascosto». Perche? la scrittura, come ricordava Edward Said, e? «l’ultima resistenza che abbiamo contro le pratiche disumane e le ingiustizie che sfigurano la storia dell’umanità».